venerdì 25 dicembre 2009

PUBBLICITA' INGANNEVOLE

Serata della vigilia, tutti a cena e televisore acceso.

Stacco pubblicitario (non ci si fa quasi più caso, data la frequenza), e la mia attenzione si distoglie temporaneamente dal vermicello allo scoglio grazie all'anuncio di un prodotto finora mai sentito...

"Tantum Rosa".

Beh, io sono stato sempre abituato a quello verde, usato per fare i gargarismi in caso di mal di gola, ma quello rosa...

"Reca sollievo immediato in caso di infiammazioni nella zona intima".

"Per la donna, Tantum Rosa".

Azz...Sono proprio curioso di sapere come si fanno i gargarismi, con questo prodotto...

giovedì 24 dicembre 2009

L'IMPORTANZA DELLA DOCUMENTAZIONE

Guardo il film "Hannibal", la seconda della (finora) quadrilogia delle pellicole dedicate al killer seriale Hannibal Lechter, interpretato dal sempre raffinato (termine che offre innumerevoli vie di fuga) Anthony Hopkins.

Forse il meno valido dei quattro (il forse deriva dal fatto che non ho ancora visto "Hannibal - Le origini" o come cazzo si chiama), ma pur sempre un piatto truculento come lo spettacolo splateristico che desidera offrire Ridley Scott in questa sua opera (primo ed ultimo esperimento in merito per lui, ringraziando il cielo).

Ma non è su ciò che desidero soffermarmi.

Il fatto è che ogni volta che vedo le storie di questo personaggio dalla cultura così sterminata ed accattivante, sento il bisogno di bere un bicchierino.

Non un volgare "cicchetto", ma qualcosa che si possa confare alla linea intellettuale che viaggia sulle lente e melodiose vibrazioni dei ragionamenti del nostro caro professore antropofago.

Tuttavia, la cultura deriva dallo studio (non solo da quello, secondo il parere di molti illustri, ma buona parte di essa nasce così), e quindi non posso esimermi dall'analizzare cosa ho bevuto principalmente durante le mie visioni.

Due bevande su tutto.

Rum scuro e Jack Daniel's (bourbon).

Il primo è il liquore derivato dalla canna da zucchero che abbonda nei paesi centro-americani, i cui popoli patiscono una millenaria fame, cercando conforto nel bicchierino summenzionato...

Ma non fanno in tempo ad avvicinare la bevanda alle labbra che i fottuti imperialisti anglo-sassoni vergano il povero contadino cubano alla nuca, facendogli schizzare la misera ciotolina di legno contenente il liquore che diventerà uno dei motivi della loro seguente (nei decenni e nei secoli) schiavitù.

Viva Fidel a parte, devo rassegnarmi. Mi facevo il cicchettino del pezzente Salvadorehno, sfruttato e plurinculato, guardando un luminare che cita Blake e trattati di antropologia come se stesse parlando di cosa ha consumato a colazione...

Vabbè...

Meno raffinato ancora, il bourbon: volgare imitazione statunitense ad opera di avanzi di galera, della millenaria tradizione di distillazione di cereali dell'alta Europa con i suoi riti celtici e le sue logge massoniche...

"Fanculo", penso, "stavolta vi fotto bene e meglio col Porto...".

E invece...

Il Vino Porto è sì in sè raffinato nella tradizione, ma biologicamente parlando è il prodotto di più vitigni mescolati insieme e la cui fermentazione è incompleta ad opera di una aggiunta di alcol vinico (magari avanzo della distillazione del vino).

Inetto e bastardo.Forse un pò come me...

Ne prendo atto.

Ma in fin dei conti, voialtri, cosa bevete?

martedì 22 dicembre 2009

LICENZA LETTERARIA

La luce lentamente si espande.

Il cielo è un enorme lenzuolo, che vede avvinti i due amanti:
la notte col suo desiderio di non lasciare il posto al compagno giorno, il quale ostenta la sicurezza dell'imminente ruolo da protagonista.

Ma è vanagloria, amico giorno, presto tornerà la lussuriosa tenebra...

Il sole è ancora lontano, ma il gonfiarsi e lo sgonfiarsi ritmico dei polmoni di un animale da cortile ci ricordano che per molti già è iniziata una nuova giornata.

Questo sforzo respiratorio sfocia nella glottide dello zelante bipede, producendo un canto forzoso, ma insieme prepotente, forse tutto sommato un pò sgraziato.

Pausa.

Alfred Gallo (queso il nome del nostro), si guarda intorno con fare sì fugace, ma anche soddisfatto dell'avere la scena tutta per se e per il suo chichirichì.

Prende due passi di una vanesia rincorsa verso l'ennesimo sfoggio vocalizio, ma non fa in tempo a poggiare la zampa di richiamo che il lontano suono di un meccanismo metallico, accompagnato da un secco "fuuuuuu" precede di millesimi un dolore lancinante alla sua "spalla" sinistra (sarebbe meglio dire "attaccatura dell'ala", ma fa poca prosa).

Alfred si prende la zona dolorante con l'interno dell'ala destra, serrando con forza le palpabre e chinando il capo nel riflesso della gola che si stringe quasi a trattenere lo strazio dell'immane fitta.

Ora il freddo lo invade.

Raramente la campagna dell'agro nocerino-sarnese si concede alla bruma come in questa fatidica mattina; in essa si perde lo sguardo del volatile (seee, una volta), disperato alla ricerca non di aiuto (sa che la sua ora è arrivata), ma almeno della misericordia dell'ultimo essere visibile, che a differenza sua continuerà l'ironico e crudele gioco della vita.

Dei passi in avvicinamento, che si interrompono poco prima che una figura possa stagliarsi tra la condensa ambientale, e ancor prima che si possa intravedere lo scintillio dell'arnese che produce di nuovo quel secco scatto metallico, e di nuovo quel mortifero "fuuu", ora più acuto data la vicinanza.

Alfred stramazza al suolo, dal suo collo fiotta copioso il sangue che sembra nero con la poca luce di quegli istanti; una maledizione si ferma nei suoi pensieri: non può raggiungere il suo becco, ormai è tardi e quella smorfia e i suoi occhi fissi regaleranno questa sua ultima espressione all'eternità.Amen.

"Goditi pure questa tua ultima, fottutissima, alba...Hai smesso di svegliarci tutti alle cinque del mattina, brutta testa di cazzo...".

Ripone l'arma semiautomatica silenziata nella fondina sotto l'ascella, poi si sfila piano i guanti di pelle nera foderata, lentamente li ripone in tasca mentre si allontana dalla scena del delitto.

Nessuno potrà mai annoverarlo tra la schiera dei possibili assassini di Alfred, ed è con questo spirito che inizierà la giornata Skippy il coniglietto nano, balzellante tra i campi con l'eterno ghigno dell'insospettabile...

Questa che avete letto pocanzi è la scena di apertura del nuovo film dei fratelli Coen "La fattoria degli animali nel 1984" sottotitolo "come far inorridire i discendenti di Orwell".

Alec Baldwin nel breve ruolo di Alfred Gallo, Steve Buscemi è lo psicolabile e doppiogiochista Skippy, John Turturro nei panni di Burro, l'asino sardo con una forte crisi d'identità.

Grazie del tempo concessomi per la terapia settimanale.