giovedì 24 dicembre 2009

L'IMPORTANZA DELLA DOCUMENTAZIONE

Guardo il film "Hannibal", la seconda della (finora) quadrilogia delle pellicole dedicate al killer seriale Hannibal Lechter, interpretato dal sempre raffinato (termine che offre innumerevoli vie di fuga) Anthony Hopkins.

Forse il meno valido dei quattro (il forse deriva dal fatto che non ho ancora visto "Hannibal - Le origini" o come cazzo si chiama), ma pur sempre un piatto truculento come lo spettacolo splateristico che desidera offrire Ridley Scott in questa sua opera (primo ed ultimo esperimento in merito per lui, ringraziando il cielo).

Ma non è su ciò che desidero soffermarmi.

Il fatto è che ogni volta che vedo le storie di questo personaggio dalla cultura così sterminata ed accattivante, sento il bisogno di bere un bicchierino.

Non un volgare "cicchetto", ma qualcosa che si possa confare alla linea intellettuale che viaggia sulle lente e melodiose vibrazioni dei ragionamenti del nostro caro professore antropofago.

Tuttavia, la cultura deriva dallo studio (non solo da quello, secondo il parere di molti illustri, ma buona parte di essa nasce così), e quindi non posso esimermi dall'analizzare cosa ho bevuto principalmente durante le mie visioni.

Due bevande su tutto.

Rum scuro e Jack Daniel's (bourbon).

Il primo è il liquore derivato dalla canna da zucchero che abbonda nei paesi centro-americani, i cui popoli patiscono una millenaria fame, cercando conforto nel bicchierino summenzionato...

Ma non fanno in tempo ad avvicinare la bevanda alle labbra che i fottuti imperialisti anglo-sassoni vergano il povero contadino cubano alla nuca, facendogli schizzare la misera ciotolina di legno contenente il liquore che diventerà uno dei motivi della loro seguente (nei decenni e nei secoli) schiavitù.

Viva Fidel a parte, devo rassegnarmi. Mi facevo il cicchettino del pezzente Salvadorehno, sfruttato e plurinculato, guardando un luminare che cita Blake e trattati di antropologia come se stesse parlando di cosa ha consumato a colazione...

Vabbè...

Meno raffinato ancora, il bourbon: volgare imitazione statunitense ad opera di avanzi di galera, della millenaria tradizione di distillazione di cereali dell'alta Europa con i suoi riti celtici e le sue logge massoniche...

"Fanculo", penso, "stavolta vi fotto bene e meglio col Porto...".

E invece...

Il Vino Porto è sì in sè raffinato nella tradizione, ma biologicamente parlando è il prodotto di più vitigni mescolati insieme e la cui fermentazione è incompleta ad opera di una aggiunta di alcol vinico (magari avanzo della distillazione del vino).

Inetto e bastardo.Forse un pò come me...

Ne prendo atto.

Ma in fin dei conti, voialtri, cosa bevete?

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