(segue da qui)
...del quale parliamo in quest'altro post.
Un Christian Bale sempre in forma (capirai, appena scende dal letto la mattina fa duecento flessioni tanto per far capire che non ha bisogno di prepararsi ad hoc per i film, come invece fa quella pippa di Brad Pitt), veste ancora i panni di Wayne/Batman per il secondo film della serie diretto dal bravo Christopher Nolan (la sceneggiatura scritta a quattro mani col fratello, però, se la poteva risparmiare, cosa non si farebbe per far lavorare i parenti disoccupati...).
La cosa che più colpisce di questo film è, però, l'interpretazione di Joker da parte di Heath Ledger.
Il nemico di Batman è più viscido, folle e disturbato che mai, tanto da annichilire il medesimo lavoro di Jack Nicholson che aveva vestito gli stessi panni diversi Batman addietro.
L'ex protagonista di Brokeback Mountain fa una prova talmente sconvolgente da restarne impressionato lui stesso e suicidarsi poco tempo dopo.
Sorpresina per i fan di Katie Holmes, andatevi a vedere il film e gustatevela fino in fondo, poi mi direte.
Il bene ed il male sono sul volto di Harvey Dent (Aaron Eckhart), dapprima pubblica accusa e paladino della giustizia di Gotham City, per poi diventare lo sfigurato e vendicativo "Duefacce", trascinato nei meandri della bassezza morale dai ragionamenti mefistofelici di Joker, che riesce nel suo intento di trasformare un eroe in feccia, per poter spezzare le speranze degli abitanti della città che tanto riponevano nell'integrità del proprio procuratore generale.
Tanto per gradire, Batman subisce contemporaneamente l'attacco di Joker e dei criminali della mafia (ancora più pericolosi perché continuamente presi per il culo dal pagliaccio col rossetto sbavato), e si deve dotare quindi di nuovi equipaggiamenti, e per farlo stressa Lucius Fox, suo inventore di fiducia, che adesso è sì diventato il direttore generale della Wayne Enterprise, ma lascia anche intendere poco velatamente al suo azionista di maggioranza che un aumento seppur cospicuo sulla busta paga non giustifica il mobbing.
Coloro che amano i film pieni di spunti filosofici non verranno delusi, i continui ribaltamenti della logica sulla giustizia e sulla verità fanno di questa pellicola un naturale incentivo per le emicranie.
Ed anche a me è venuto un po’ di mal di capoccia, vi saluto...