Udite udite, forse ho deciso di scrivere la mia prima vera recensione...
ma solo perchè il film merita davvero, ed era molto tempo che non mi colpiva così tanto una pellicola.
Nel caso trattato da questo film, il capitano Wiesler (un eccellente, purtroppo da compiangere Ulrich Muhe) viene posto dal partito come controllore dello scrittore ed autore teatrale Dreyman (interpretato da un altrettanto valido Sebastian Koch), che nella vita è anche compagno dell'attrice Marie Sieland (Martina Gedeck) che interpreta il ruolo delle protagoniste delle sue opere teatrali.
Dreyman è molto amico di altri artisti avversi all'allora regime comunista, tra cui Hauser e Jerska, ma non da mai segno di disprezzare apertamente le direttive del "partito"; tuttavia, viene ugualmente intercettato, la sua quotidianità viene passata al vaglio accuratamente, tutte le sue frequentazioni, abitudini, intimità vengono schedate in attesa dell'attimo in cui cederà alle pressioni dei suoi amici contestatori.
Ma nell'istante in cui Wiesler comincia a permeare il mondo di Dreyman nei suoi risvolti più umani, ne viene come coinvolto in modo irreversibile.
Da quel momento, il grigio e solo burocrate della STASI, inizia a percepire davvero l'importanza degli artisti come Dreyman per la società tedesca dell'est, si rende conto di quanto sia indispensabile potersi rapportare con il mondo esterno, comprende l'innegabilità del compiersi come uomini nell'avere al proprio fianco una compagna.
La compagna che lui non ha mai avuto, perchè forse ritenuta meno importante di una carriera da persecutore nella polizia segreta.
L'invidia del ministro della cultura Hempf (è lui in primis a dettare ordini alla STASI) è il motore principale dell'inchiesta su Dreyman, dato che il governante spesso abusava della Sieland con immondi ricatti; la fragilità della stessa Sieland verrà sfruttata per renderla poi una informatrice.
Wiesler cerca di coprire in tutti i modi le azioni di Dreyman nei resoconti delle intercettazioni, convinto di fare la cosa giusta, ma non riesce comunque a sottrarre al tragico destino
Il risvolto umano di questo film ha qualcosa di intimo e struggente, gli attori sono eccezionalmente consci di interpretare, tramite i loro personaggi, un pezzo fondamentale della nostra storia.
Nessun essere umano dovrebbe porsi come aguzzino del suo prossimo, perchè tutti abbiamo la nostra vita, misera o grandiosa che essa sia.
Un saluto sincero.
Pietro Sannino
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